domenica 10 febbraio 2013

La stagionalità: febbraio


L’agricoltura moderna e la globalizzazione crescente ci hanno portati ad assumere una cattiva abitudine: acquistare e consumare qualunque tipo di frutta e verdura nel corso di tutto l’anno. Prodotti ortofrutticoli provenienti da coltivazione e/o maturazione artificiali oppure da paesi lontanissimi dal nostro compaiono infatti regolarmente sui banchi di mercati e supermercati: ciliegie e mirtilli provenienti dal Cile a Natale, finocchi ad agosto, mele apparentemente freschissime in tarda primavera, melanzane e peperoni a gennaio, quando magari fuori ci sono 20 centimetri di neve.

La prima banale conseguenza di questo modo di commercializzare i prodotti agroalimentari è che ben pochi ormai sanno esattamente quale sia il periodo in cui un determinato alimento è ‘di stagione’. Ma questo non sarebbe nulla rispetto agli altri svantaggi che comporta aver dimenticato il principio della stagionalità:

* Gli alimenti che scegliamo di consumare sono insapori e di bassa qualità nutritiva (soprattutto perdono l’apporto in vitamine).

* Gli alimenti importati possono provenire da paesi in cui non sono in vigore le severe normative adottate dall’UE in materia alimentare e possono contenere sostanze tossiche.

* I prodotti coltivati in serra sono spesso mantenuti al caldo grazie a un riscaldamento artificiale che implica un enorme consumo di derivati del petrolio.

* I prodotti importati da paesi lontani richiedono enorme dispendio di energia per il loro trasporto (i kiwi della Nuova Zelanda, per quanto squisiti, sono a 24 ore di aereo dall’Italia!)


tratto da: Soloecologia


LA SPESA DI FEBBRAIO

Ortaggibarbabietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, catalogna, cavolfiore, cavoli cappuccio, cavoli verza, cavolini di Bruxelles, cicoria, cime di rapa, cipolle finocchi, indivia, lattuga, porri, radicchio rosso, rape, scorzonera, sedano, valerianella, zucche.

Frutta: arance, cedri, limoni, mandarini, mele, pere


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