martedì 18 settembre 2012

Le alghe, queste sconosciute.




A settembre Salutiamoci parla di alghe (oltre che di sardine ed alici).
Non quelle che avete trovato quest'estate sulla battigia o quelle contenute nelle creme anticellulite... ma alghe da mangiare, anche se in piccole dosi.
Su, su, non arricciate il naso, che vi vedo. :-)
Non son cose tanto assurde, eh! Molte donne ai fornelli fanno salti mortali per accaparrarsi la fava tonka, il sommacco, lo zaʿtar o rianimare la pasta madre, ma sono restie a riconoscere magari gli indubbi pregi di queste sconosciute e spendono invece una fortuna in integratori in farmacia od erboristeria.
Non lasciamoci spaventare da quello che ancora non conosciamo e cerchiamo di non formulare pregiudizi: tanto strane le alghe invece non sono visto che, già dal dal 600 a.C., anche i Greci le consigliavano per la cura delle abrasioni della pelle e come rimedio di disturbi gastrointestinali e tra i Romani era diffuso il loro impiego nella realizzazione di un pane particolare.
Ci sono inoltre ricette come quelle delle "zeppoline di mare" che fanno parte della tradizione popolare napoletana e che testimonianze fotografiche ce le mostrano vendute per strada già a fine '800.

Se ancora non vi sentite pronti a mangiarle, allora vi do subito una dritta facile facile per farvele diventare intanto un po' più simpatiche.
Vi siete bruciati sui fornelli o col ferro da stiro?
Pronto soccorso naturale e casalingo per ustioni e piccole abrasioni:
procuratevi dell'alga nori (per i pochi che ancora non la conoscono, si presenta in forma di fogli di color verde scuro che vengono impiegati, ad esempio nella cucina giapponese, avvolti intorno o all'interno dei maki, con l'ausilio dello stuoino di bambù)
Tagliatene un pezzetto poco più grande della parte di pelle ustionata.
Bagnatelo sotto l'acqua fredda e fatelo aderire all'ustione come fosse una seconda pelle. Tenete l'alga così addosso per quanto più potete, ribagnandola quando, seccandosi, tenderà a staccarsi. Eventualmente rinnovatela una volta al giorno o il giorno seguente, a seconda dell'entità della scottatura.
All'inizio forse vi brucerà un pochino (o forse neppure), ma aiuterà tantissimo la riepitelizzazione della cute facilitando e velocizzando la guarigione.
Parole di giovane marmotta macrobiotica. :-))

Sfatiamo un'altro preconcetto: "Hanno un sapore difficile e non mi piacciono" dicono alcuni. Ma non occorre mangiarne chissà quante! E' più utile un uso molto moderato e frequente, piuttosto che ingozzarsene a nausea una tantum; pertanto basterà trovare il modo più congeniale a voi per impiegarle.
Sarà sufficiente una forchettata di alghe cotte al giorno, per esempio, o un cucchiaio in patè o qualche pizzico ridotto in polvere, aromatizzandole con molto succo e/o buccia di limone o arancia o quello che più vi piace, ecc.
Come ho già detto nella pagina facebook di Salutiamoci, vi suggerisco di iniziare dalle arame, le nori, le dulse che sono più delicate, per passare alle kombu, wakame ed hiziki (o hijiki) in un secondo tempo.
Tenete presente però che le kombu risulteranno da subito di facile ed utile impiego comunque nella cottura dei legumi (sostituendo egregiamente il bicarbonato) rendendoli morbidi, più digeribili e facilmente assimilabili per il nostro intestino. Non occorrerà mangiarle, se non vi piacciono, ma gioverete ugualmente dei sali minerali rilasciati e, una volta risciacquata l'alga, potrete pure riutilizzarla per un'altra cottura.
Parimenti potrete mettere un pezzo di wakame nel più semplice ed occidentali dei minestroni, magari non salato ma insaporito solo al termine, fuori dal fuoco, con un po' di miso stemperato (l'uso tipico orientale della wakame è infatti nella zuppa di miso). Anche in questo caso se non ne gradite il sapore, potete toglierla a fine cottura.

Sapete inoltre che le alghe favoriscono l'eliminazione delle sostanze tossiche e degli elementi radioattivi che ingeriamo?
10 gr di alghe cotte contengono inoltre, nel caso di:
arame, 117 mg di calcio,
dulse, 15 gr di ferro
nori, 58 mg di fosforo e 2 mg di vitamina C
hijiki (o hizichi), 140 mg di calcio
kombu, 580 gr di potassio?
(dalle tabelle del Dipartimento Americano per l'Alimentazione e dell'Associazione Nutrizionista Giapponese - E. Roggero Guglielmo "Cucinare per il corpo e per lo spirito")

E sapete che le wakame, grazie alla fucoxantina contenuta, stimolano il metabolismo e la tiroide, facilitando l'eliminazione del grasso corporeo in eccesso, e mediante un loro particolare tipo di polisaccaride (acido alginico) aumentano il nostro senso di sazietà e fungono da leggero lassativo?
(da Marco Bianchi "I magnifici 20")

Gradite ancora qualche facile suggerimento per avvicinarvi a questi tesori marini?

  • potreste prendere un po' di nori e farla in tempura con altre verdure pastellate (per la pastella: stemperate acqua frizzante o birra fredda con 4 cucchiai di farina integrale, 2 cucchiai di farina di mais, un cucchiaio di arrowroot o fecola, un pizzico di sale e lasciate riposare per mezz'ora in frigo quindi friggete) e servitela con 1/2 cucchiaio di shoyu allungato con 5 cucchiai di acqua e dello zenzero grattugiato;
  • oppure tostare un foglio di nori sopra la fiamma del gas (con il lato più lucido rivolto verso l'alto a circa 25 cm dalla fiamma, muovendolo uniformemente) finchè il colore non si schiarisce e la consistenza diventa croccante. Tostate in un padellino, a secco, anche 3 cucchiai di sesamo. Quindi pestateli (non completamente) in un mortaio o un suribachi ed uniteli alla nori finemente sbriciolata con le mani. Ne potrete fare uso su cereali, verdure, ecc... come del normale gomasio o insomma come usate o usavate il parmigiano :-) (se già conoscete gli effetti collaterali negativi di quest'ultimo e volete evitarli, altrimenti leggete questo libro qui!);
  • analogamente si può preparare con l'alga wakame (possono bastare indicativamente 10-12 min di forno a 190°) o l'alga dulse (5-7 minuti), mescolandole a semi di zucca o di girasole o di sesamo o pinoli tostati o quanto la fantasia vi suggerisce. Potrete ovviamente aggiungere queste "polverine magiche" (con o senza i semi tostati) anche nei vostri pani, focacce, grissini, ecc...

Semplice no?

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